Sapori & territori
Sapori e & Territori: Tuma d'Feja
Dopo aver raccontato il gusto della Crava Occelli, ecco un altro delizioso viaggio tra i sapori della Tuma d’Feja e le affascinanti terre piemontesi.
La Tuma d’Feja è uno dei formaggi che Beppino Occelli definisce d’antan, un prodotto fresco realizzato con latte crudo di pecora piemontese (come suggerisce il termine “Feja” all’interno del nome, “pecora” in dialetto piemontese) con cui si portano in tavola la tradizione casearia piemontese e i suoi antichi sapori.
Ancora fino alla metà degli anni ’50 del secolo scorso, infatti, la presenza di ovini era molto importante per il sostentamento delle famiglie contadine piemontesi. Nello specifico, le capre venivano utilizzate per ricavare il latte per i bambini, mentre il latte delle pecore veniva utilizzato proprio per realizzare le tume.
È proprio qui che, ancora una volta, si inseriscono l’estro e l’esperienza di Beppino Occelli, capace di vestire contemporaneamente i panni del visionario e del custode della tradizione. A distanza di 70 anni, infatti, Beppino propone a tutti noi un formaggio attuale, ma che porta con sé i valori, i profumi e i sapori del passato.
Ma quali sono le caratteristiche della Tuma d’Feja?
Il gusto di questa tuma di pecora è deciso, con una pasta morbida avvolta da una sottile crosta bianco paglierino. Il profumo che emana è intenso e ricorda proprio quello del latte ovino con cui viene realizzata.
La Tuma d’Feja griffata Occelli non è un semplice formaggio, ma un prodotto con un sapore e un profumo che racchiudono una storia, una tradizione che ci riporta indietro nel tempo, nel secolo scorso. Allora, i ragazzi di campagna avevano la mansione di portare le pecore al pascolo, mentre erano poi le donne che si dedicavano alla realizzazione delle tume.
Un formaggio, quindi, nato dalla terra, dal lavoro regolare dei margari, in costante movimento durante tutto l’arco dell’anno: in montagna durante il periodo estivo, dove si spostano assieme agli animali per l’alpeggio; nei campi a valle, dove si spostano in autunno e inverno e quando gli animali passano la notte in stalla e pascolano nelle ore più calde del giorno.
Ecco a voi un’altra storia affascinante, intrisa di passione e voglia di creare qualcosa che sia sempre al passo coi tempi, mantenendo intatta la sua bontà.
Un racconto, questo, che potremmo proseguire all’infinito; ad un certo punto, però, anche le parole più dolci, comunque astratte, devono farsi da parte così che noi possiamo abbandonarci al gusto e accompagnare il nostro palato alla scoperta di qualcosa di concreto, buono e genuino.
Perché il gusto non si può raccontare… Assaggiatelo!